JERUSALEM | ISRAEL | 2016
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IMMAGINI DI CONFINE
di Antonio Mascolo
Entra in punta di piedi, lo sguardo è discreto , rispettoso, ma affamato. Da persona abituata ad attraversare i confini, abitare e conoscere i territori. Si ok, c’è la fotografia ma c’è soprattutto la vita.
Linda Vukaj è arrivata in Italia coi barconi nel 1991. Dall’Albania. Ha abbandonato la sua terra ha artigliato la nostra. Ha portato la sua cultura ha cercato di conoscere in fretta il nostro vivere, ha fatto A/R tra nostalgia e speranza, ha costruito con pazienza, ha mescolato – che non vuol dire confondere – territori.Ha educato anche lo sguardo, vestito quella curiosità vera che sembra timidezza, che lascia parlare e fluire la vita davanti agli occhi. Anche con le immagini pone domande, offre dubbi, approfondimenti, voglia di sapere. Occhi, cuore, silenzio.
Ecco allora che lei con la sua storia è a proprio agio nella guerra di territori per eccellenza, la Terra Santa. Dove forse più ancora delle bombe, delle segregazioni sono le manifestazioni, i numeri, le sottolineature, le occupazioni di spazio a creare stati e rivolte. La linea sottile del dolore lunga ormai 70 anni. Qui ogni gesto ha un significato sotto l’apparente confusione e ricchezza (di religioni, diversità, antropologie, monumenti, simboli).
In questo le immagini della Vukaj non hanno nulla di esotico, sono quotidiane, profonde, vere se questo termine ha ancora un senso nel nostro faketime. Rispetto è la tinta più forte per raccontare gli spostamenti progressivi di un territorio. Ascolto è la sfumatura del lo scoprire un territorio fatto di paura e normalità, fedi e laicismo, silenzio e caos, movide e messe, processioni e ambulanze, attentati e attesa degli attentati, esercito e povertà, umiliazioni e bellezze. Un territorio che è mistero, labirinto, che ti fa girare la testa, che ti cambia. Un territorio dove entri con una idea e puoi uscirne con una assolutamente opposta. Scatta Linda nella complessità e trova con occhi giusti sguardi giusti, timori e tremori. Le religioni delle speranze e la realtà vergognosa di un Muro lager fatto da un popolo che è stato vittima dei lager.
Ero con lei in quei giorni di spola tra Betlemme e Gerusalemme dove il tempo si è compresso e dilatato al tempo stesso, dove il cuore si è riempito di emozioni, dove abbiamo trovato amici che ci hanno esaltato (suor Donatella e il Caritas Baby Hospital) che ci hanno protetti (padre Ibrahim e Rony Tabash) con discrezione in una notte infuocata al check point. E il sapore indimenticabile di quella cena obbligata in una taverna a Betlemme dove varie famiglie si sono date da fare con un piatto per alleviare l’attesa di tre amici italiani che dovevano assolutamente aspettare un briciolo di pace al confine in una guerra infinita.
Linda Vukaj ha attraversato i territori del voler sapere, voler vedere e voler raccontare. Allora le immagini non sono più solo immagini e – non volendo fare la morale a nessuno – diventano testimonianza. Uno specchio del nostro confine.
Prefazione catalogo progetto, novembre 2017